iviamo in uno scenario un po’ scisso. Da un lato politica e media sembrano smorzare il tema della crisi climatica, occupandosene ben poco, dall’altro ci troviamo sempre più di fronte a fenomeni estremi, ondate di calore come alluvioni, che ci costringono a fare i conti con una realtà: la nostra vita non è più come prima, non possiamo cioè più vivere nello stesso modo di venti e trent’anni fa.
Questo messaggio, progressivamente, è entrato nelle teste degli italiani, che infatti consultano compulsivamente il meteo, preoccupati sia dei picchi di temperatura che delle piogge intensissime. Televisioni e giornali scrivono poco di clima, ma molto di cronaca derivante dai disastri climatici, con foto di zone inondate, storie di chi ha perso tutto, lanci di raccolte fondi e così via. Eventi che ormai si ripetono con cadenza estremamente ravvicinata
Fronteggiare rischio e incertezza
In tutto ciò, in un contesto in cui cioè ben poco viene fatto, a esempio, per mettere in sicurezza il territorio, ciò che ci resta è soprattutto l’autoprotezione. Un lavoro faticoso, per certi versi, che ci mette a contatto con il tema del rischio, di per sé ansiogeno, ma soprattutto con quello dell’incertezza. Perché le previsioni e le allerte meteo ormai salvano migliaia di vite (se non ci fossero, come cinquant’anni fa, le alluvioni di oggi farebbero molte, molto più vittime), ma ci costringono a tollerare un margine ampio di incertezza, appunto.
Si sa che in caso di una certa allerta potrebbero verificarsi determinati fenomeni, ma non c’è certezza assoluta su intensità e localizzazione. E tuttavia, dobbiamo comportarci sempre come se quell’evento potesse verificarsi proprio dove noi ci troviamo.
Ma esattamente, come e cosa possiamo fare? Anzitutto, sapere quello che le allerte significano.
Giallo, arancione, rosso: il significato delle allerte
I colori verde, giallo, arancione e rosso indicano livelli di allerta idrogeologica e idraulica diversi.
Nel caso del giallo – che descrive un occasionale pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane per cause incidentali – si possono verificare frane superficiali, colate di detriti, ruscellamenti superficiali, innalzamento dei corsi d’acqua drenanti bacini piccoli e medi, con inondazione delle aree limitrofe, scorrimento delle acque nelle strade, caduta massi.
In presenza di temporali ci possono essere fenomeni forti, con fulminazioni, grandinate e raffiche di vento. Possono verificarsi allagamenti di locali interrati o di quelli posti a pian terreno, danni a infrastrutture, edifici, attività agricole, cantieri, temporanee interruzioni della rete stradale o ferroviaria, danni alle opere idrauliche o di difesa delle sponde. E ancora, rottura di rami e caduta di alberi, abbattimento di pali, danni alle colture agricole e coperture di edifici, innesco di incendi da fulminazione.
Per l’allerta arancione il rischio cresce. Si possono verificare frane e colate di detriti, ruscellamenti superficiali, significativi innalzamenti dei livelli idrometrici dei corsi d’acqua drenanti con inondazione delle aree limitrofe, significativo scorrimento delle acque, fenomeni di erosione delle sponde, occlusione delle luci dei ponti dei corsi d’acqua maggiori. In casi di temporale, possono esserci fenomeni con maggiore intensità e rapida evoluzione, con possibili piene improvvise di bacini piccoli e medi, fulminazioni, grandinate, raffiche di vento.
Alcune conseguenze dell’allerta arancione – che indica uno scenario di pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane – possono essere: allagamenti di locali interrati o posti a pian terreno, danni o allagamenti a singoli edifici o centri abitati, infrastrutture e attività agricole, interruzioni delle rete stradale o ferroviaria, danni alle opere di contenimento dei corsi d’acqua, danni a infrastrutture, edifici e attività, rottura di rami e caduta di alberi e pali, danni alle colture agricole, innesco di incendi da fulminazione.
Infine il rosso, con il quale si possono verificare instabilità di versante anche di grandi dimensione, frane superficiali e colate di detriti, ingenti ruscellamenti superficiali, rilevanti innalzamenti dei livello idrometrici dei corsi d’acqua con fenomeni di inondazione, caduta massi, piene fluviali dei corsi d’acqua drenanti bacini grandi con estesi fenomeni di inondazione, fenomeni di tracimazione, sifonazione o rottura degli argini.
Le conseguenze dell’allerta rossa – che indica grave pericolo per la sicurezza delle persone con possibili perdite di vite umane – possono essere danni a edifici e centri abitati, attività e colture agricole, insediamenti civili e industriali, danni o distruzione di infrastrutture ferroviarie o stradali, rottura di rami, caduta di alberi e abbattimento pali, danni alla copertura di edifici o automezzi causa grandinate, rischio incendi da fulminazione.
I comportamenti da evitare e le misure da prendere
Scorrendo quanto previsto dai vari livelli, si intuisce facilmente una cosa: non c’è una distinzione di qualità, ovvero un salto netto da un colore all’altro rispetto al rischio. I rischi sono simili, ma si vanno accentuando dal giallo al rosso, aumentando di intensità, estensione e dunque anche i danni. Ma l’atteggiamento che dobbiamo avere è comune: allerta, appunto.
Dobbiamo metterci in una condizione psicologica di attenzione estrema, sapendo che non siamo in una condizione normale. Dobbiamo essere capaci di prevedere ciò che potrebbe accadere ed evitare alcuni comportamenti anche solo potenzialmente pericolosi: se con l’allerta gialla è probabile che non sia pericoloso prendere la macchina in generale, bisognerebbe tuttavia consultare sempre i bollettini meteo e se piove forte evitare assolutamente di fare sottopassi.
Se l’allerta è arancione o rossa, la macchina non si dovrebbe mai prendere, così come l’ascensore. Soprattutto, bisogna capire se in caso di alluvione c’è la possibilità di salire ai piani alti o su un tetto. Mai andare nelle cantine o nei piani bassi. Evitare di uscire quando piove forte perché anche con pochi centimetri di acqua si rischia di cadere e di essere trascinati, inoltre non si vedono buche o tombini.
Oltre alla propria casa, bisogna pensare al luogo dove si lavora o dove si mandano i figli a scuola. Anche questi posti devono essere sicuri o ci deve essere un’alternativa veloce in caso di alluvione, come dei piani alti o un tetto.
Con allerta arancione e rossa, bisognerebbe stare a casa.
La nostra libertà è limitata, prendiamone atto
Ancora più in concreto: essere consapevoli delle allerte significa parlare, se si hanno figli, con la scuola, per capire se appunto c’è un piano di emergenza. Bisognerebbe anche confrontarsi con i propri datori di lavoro, chiedendo lo smart working in caso di bollettino arancione o rosso.
Se si vive in un seminterrato, invece, bisognerebbe trasferirsi da amici. Sembra inverosimile, ma è molto pericoloso specie di notte, quando si è addormentati e non si può controllare il livello della pioggia e ciò che accade.
Soprattutto, bisognerebbe rinunciare a tutta una serie di attività che si fanno tutti i giorni: a esempio, ostinarsi a mandare il proprio figlio a calcetto se c’è un’allerta meteo importante è banalmente assurdo, così come accanirsi sulle cose da finire entro quella giornata. I tempi sono cambiati e lo saranno sempre di più. La nostra libertà sarà sempre più limitata, ma questo, come dire, è il tempo in cui ci tocca vivere. E se è vero che un po’ ci induce alla paranoia, di sicuro è l’atteggiamento più protettivo verso di noi e i nostri familiari.
Chiudo con due episodi personali. Un giorno pioveva fortissimo e mio figlio doveva essere portato da un ragazzo in macchina da scuola a casa della nonna. Visualizzando il percorso, lo chiamai e lo pregai di non fare il lungo sottopassaggio sulla via.
Secondo episodio: ho una sorella che cercava una casa a Milano. Non avendo mezzi estremi, dette l’anticipo per un seminterrato. Quando lo seppi la scongiurai di non comprare quell’appartamento. Alla fine ha perso la (sostanziosa) caparra, ora ha una piccola casa a un terzo piano ma io ogni volta che a Milano diluvia sono più serena.
Le nostre vite, insomma, sono cambiate, e la migliore protezione resta l’autoprotezione. Quella che possiamo fare, utilizzando informazione, riflessione, intuizioni, capacità di prevedere ciò che potrebbe accadere. È faticoso, tanto, ma purtroppo ormai totalmente necessario.
La Svolta, 13 novembre 2023
Foto di Dean Moriarty da Pixabay