Le parole per il dopo/18: Passato

Piccolo vocabolario etico perché tutto tutto ciò che è successo non riaccada

Viviamo in un’epoca in cui il passato è cancellato. Si parla solo di futuro, a fare da padrone sono soprattutto le proiezioni, il come vivremo tra venti, trenta, cinquant’anni. Si parla di scienza sempre in relazione al futuro, di tecnologia sempre in relazione al futuro. Le città del futuro, la casa del futuro, le macchina del futuro.

E in tutto ciò abbiamo dimenticato una semplice verità: non possiamo pianificare né immaginare alcun futuro se non conosciamo bene il passato. Perché il passato siamo noi, la nostra identità, il nostro essere qui e ora. Come possiamo pensare di trovare soluzioni ai problemi del nostro presente senza ricordare da un lato gli errori, dall’altro invece le scelte giuste e virtuose del passato? Come possiamo pensare di contrastare il cambiamento climatico senza ricordare come si contrasta un Grande Nemico, quale battaglia immane ci vuole, quante forze in campo, come quelle che furono messe dagli alleati per sconfiggere Hitler? 

Il passato, poi, è un sentimento terapeutico. Il passato è approfondimento, riflessione, dunque pace. Il passato è libertà, il passato scoperta, curiosità, stupore, gioia. Nel passatoi’è tutto ciò di cui abbiamo bisogno e tutti gli strumenti che ci servono per il futuro. Per questo è importante studiarlo, per questo è importante combattere l’orizzontalità della nostra epoca e società, da un lato imposta dalla digitlità ma che però ci fa dimenticare la profondità e con essa tutto ciò che siamo stati. Ovvero tutto ciò che possiamo essere perché la possibilità di oggi e di domani sta in ciò che abbiamo potuto essere e fare ieri. 

Anche chi come me si occupa di cambiamento climatico, e dunque soprattutto di futuro, ha bisogno del passato. Per capire qual è lo spazio del possibile, qual è lo spazio dell’agire individuale. Per capire cosa realisticamente si può e cosa no, cosa osare e quando tacere e fermarsi. Il passato è una risorsa incredibile, oggi sottoutilizzata, eppure lì, a portata di mano. Non scordiamolo. 

(26 aprile 2020)