Questa volta ad essere messa sotto la lente dell’associazione Cittadini per l’Aria, che monitora l’inquinamento delle grandi città italiane (e non solo), è stata Roma. Sono usciti proprio in questi giorni infatti i dati relativi alle centraline messe dall’associazione per misurare il biossido di azoto, uno degli inquinanti più pericolosi (anche se non l’unico, ovviamente, poi ce ne sono altri, come le polveri sottili). Ebbene, praticamente, specie prendendo l’unità di misure decisa dall’Oms come soglia di sicurezza, nella città di Roma lo sforamento è ovunque. Non solo nelle strade a scorrimento veloce o particolarmente trafficate – le vie dello shopping soprattutto. Ma anche nei parchi e nella zona a traffico limitato, cioè la Ztl.
Qui, anzi, l’inquinamento si mantiene costante a causa proprio del fatto che si tratta di una zona ad alta densità turistica. Il che significa che si riempie ogni giorno di furgoni che portano di tutto, di migliaia di ncc (noleggio con conducente) i cui lunghi van neri ormai sono praticamente ovunque, ma soprattutto di autobus turistici. A Roma arrivano ogni giorno ben 700 autobus turistici, che inquinano tantissimo l’aria, sia quando si muovono sia quando, soprattutto, sono in sosta aspettando di far salire le persone. Una cifra veramente mostruosa, inconcepibile per una città fragile, per un centro storico dalle strade piccole e con l’asfalto o sampietrini rovinati e distrutti.
Per non parlare del fatto che, ovviamente, rallentano la mobilità, oltre a rappresentare un vero pericolo per motorini, biciclette, monopattini.
Di fronte a queste cifre e questi rapporti, un sindaco e una giunta responsabile dovrebbero prendere provvedimenti immediati, anche perché è in arrivo il Giubileo che rischia di paralizzare e inquinare ulteriormente la città. Come al solito, invece, sul tema il sindaco non si pronuncia, lasciando agli assessori la questione. Il problema dei pullman è conosciuto, anche grazie alle proteste delle associazioni, e si stanno prendendo provvedimenti: peccato che siano assolutamente insufficienti.
Si vogliono eliminare alcuni stalli da zone di pregio come le mura aureliane, si vogliono ridurre i parcheggi, si vogliono aumentare le tariffe per l’ingresso. Niente di tutto questo li fermerà, specialmente l’aumento delle tariffe, una misura inutile perché i soldi con i turisti non mancano e l’unica cosa che servirebbe sono divieti di ingresso nel centro storico, chiari, cristallini e definitivi. Con numeri iper contingentati al ribasso, ovviamente, perché la nostra città non può sopportare centinaia di torpedoni enormi e inquinanti.
D’altronde, a Roma la mobilità si sta facendo sempre più insostenibile, con buona pace dei proclami. Infatti, la mobilità sostenibile, quindi biciclette, monopattini, car sharing etc, si aggiunge, non sostituisce, a quella insostenibile, cioè macchine e bus e furgoni. Viene usata spesso dai turisti, un po’ dai giovani, mentre i romani continuano ad utilizzare la macchina, un po’ per pigrizia, molto di più per disperazione. La città dei 15 minuti è una barzelletta che non si sta realizzando, a maggior ragione se non vengono tolti dalla strada i mega bus che rallentano il già rallentatissimo traffico. Roma è ancora oggi un ingorgo perenne e pericoloso.
Ma al di là dei tragici incidenti stradali – una tragedia senza fine di cui tanto ho scritto e rispetto ai quali anche il Comune sembra quasi alzare bandiera bianca, almeno a livello di comunicazione pubblica sul tema totalmente assente – la questione centrale qui è quella della salute. E basterebbe fare un salto a parlare con i pediatri, gli otorini, gli allergologi del Bambin Gesù di Roma e degli altri ospedali pediatrici e per avere un bollettino di guerra: non c’è bambino romano, o quasi, che non abbia problemi respiratori. Si va da quelli meno gravi, raffreddori costanti, a quelli più gravi, bronchiti, bronchioliti, polmoniti, asma e poi appunto allergie di ogni tipo, come le riniti allergiche e altre ancor più gravi.
Noi madri andiamo avanti a visite, a cortisone, ad antistaminici, a spray di ogni tipo, spendendo centinaia di euro in farmaci, ma il problema non si risolve a livello individuale, ma a livello strutturale. Se curo mio figlio ma poi esce e l’aria è totalmente nociva e inquinata, a che serve averlo curato? Come possiamo difenderci? Assurdi comunicati istituzionali ci avvisano di restare a casa quando le centraline della città rilevano livelli oltre i consentiti. Una cosa ridicola: cosa faccio, non mando mio figlio a scuola quando le centraline sforano? Praticamente dovrei lasciarlo a casa settimane e settimane!
L’Europa apre continuamente procedure di infrazione per l’Italia rispetto all’inquinamento atmosferico. l’Italia paga multe salatissime e tutto rimane com’è. Il problema resta sempre lo stesso: non si può ridurre l’inquinamento se non si mette in discussione il modello di sviluppo capitalistico senza alcun limite che oggi vige imperante ovunque. Un paradigma che dovrebbe essere proprio della destra e che invece, ad esempio, ci ritroviamo pure con il Pd che governa a Roma.
Il turismo non si tocca, non si limitano gli affitti brevi perché si aspetta la normativa nazionale che chissà se arriverà, mentre le persone e le famiglie intanto vengono sfrattate dalle loro case; non si limitano i pullman turistici, perché come arrivano poi i pellegrini? Non si limitano i dehor, tavolini selvaggi che devastano la città. Certo, ci si sta lavorando, ma sempre senza urgenza e senza misure drastiche, per non urtare comunque il settore della ristorazione.
L’indotto del turismo è sacro e poco male se non va ai più poveri, ma a quelli che benestanti sono già. E poco male se anzi i più poveri li fa respirare sempre peggio, con conseguenze drammatiche e anche un aumento dei decessi. Si sa, il Dio Denaro vale più di tutto, con buona pace del diritto alla salute. Sacrificato a destra e pure a sinistra. Senza troppe distinzioni.
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