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Ma chi l’ha detto che la riduzione delle emissioni di C02 faccia male all’economia e aumenti le tasse? E chi l’ha detto, pure, che l’Italia sia sempre fanalino di coda di tutto? La recente inaugurazione, a Milano, dell’European Institute on Economics and the Environment (EIEE) sfata, per fortuna, entrambi gli stereotipi. Ora abbiamo un istituto scientifico “transatlantico”, e di eccellenza, sul clima che unisce due centri internazionali di primo piano nell’ambito della ricerca economica e ambientale: lo statunitense “Resources for the future” (RFF) e il nostro “Centro Euro-Mediterraneo sui cambiamenti climatici” (CMCC). L’obiettivo? Analizzare i cambiamenti climatici anche nei loro impatti sociali ed economici visto che, come ha detto il premio Nobel per l’economia William Nordhaus nell’intervento tenuto per l’inaugurazione del centro l’11 giugno scorso, l’abbattimento delle emissioni rappresenta “un beneficio per tutti i cittadini, di tutte le fasce di reddito, anzi forse ancora di più per chi è povero”. Molte le linee di ricerca  di questo istituto “a due teste”: la riduzione dei gas serra, ovviamente, ma anche lo studio delle tecnologie che facilitano la transizione verso un mondo senza carbonio e poi il nesso tra cambiamenti climatici e migrazioni, le implicazioni nella distribuzione delle ineguaglianze e le tecniche per incentivare e premiare comportamenti virtuosi nei cittadini. Il gruppo di lavoro è composto da 47 super-esperti (di cui la metà donne), tra cui economisti, matematici, ingegneri, climatologi, data e computer scientist che vengono da 13 nazionalità diverse.  “Lo studio dei cambiamenti climatici non ammette barriere tra ambiti della scienza, richiede condivisione di competenze, di punti di vista e di esperienze provenienti da discipline e realtà diverse. Economia, politiche, sviluppo sostenibile, tecnologie e questioni ambientali oggi sono trettamente connesse”, ha commentato il presidente del CMCC Antonio Navarra, mentre il presidente di RFF Richard Newell ha sottolineato la connessione tra Stati Uniti ed Europa, visto che “i cambiamenti climatici sono problemi globali che richiedono risposte globali”. Infine, il neo direttore dell’Istituto Massimo Tavoni, esperto di cambiamento climatico e professore alla School of Management del Politecnico di Milano, ha sottolineato che la collaborazione, quella tra RFF e CMCC, ha creato “il miglior istituto di ricerca sul clima in Italia e tra i principali in Europa”. E poi aggiungo: “Sia che noi vogliamo conoscere l’impatto dei cambiamenti climatici sulla crescita delle economie globali e sulle ineguaglianze, sia che vogliamo approfondire i temi riguardanti le strategie di investimenti utili a raggiungere uno sviluppo sostenibile, sia che vogliamo conoscere i modi con cui coinvolgere cittadini e consumatori in comportamenti virtuosi dal punto di vista della crescita economica e dell’ambiente, EIEE può fornire soluzioni basate su prove scientifiche e metodi di ricerca rigorosi”. Obiettivamente, è davvero tantissimo. 

Il fatto quotidiano, giugno 2019

Foto di Titus Group

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